Due cime mancate in un sol giorno

Ritratto di UpTheHill
UpTheHill
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Data rilievo: 
2/10/2011
Quota di partenza: 
2 172 m
Quota di arrivo: 
1 637 m
Dislivello: 
1 250 m
Lunghezza*: 
10.00 km

Seconda giornata, grande giornata, ci attende il Terri, primo 3000 per Rita e per me, ma anche per Pietro.

Sveglia alle 6:30, ho dormito 9 ore filate (a casa dormo meno solitamente), non ostante qualche concerto di strumenti a fiato. Ho letto in molti rapporti che altri utenti di capanne e rifugi hanno problemi a dormire in capanna: sono fortunato, mi butto giù, e chi si è visto si è visto.

Rigoverniamo la stanza, colazione, preparativi, e finalmente alle 7:45 siamo in pista.Seguiamo i paletti T4 che conducono verso la valletta, sentiero di mucche scavato, più pericoloso per le caviglie di una pietraia. Dopo una mezz'oretta veniamo superati da 12 escursionisti, i quali poco più avanti passano su di una piastra di pietra. La guardo, e quasi svengo... Appoggi per i piedi millimetrici, tipo camminare su di una corda, niente appigli per le mani. Loro sono passati come se andassero al ballo delle debuttanti, io sono li bloccato. Pietro prova a scendere al fiume (50 metri più in basso) per vedere se si può aggirare l'ostacolo (la piastra scende quasi fino al letto del fiume). Difficile, ma si può fare. Ci penso, se non hanno messo la cordina qui, probabilmente è perché più avanti diventa ancora più difficile. E il camino per rientrare in cresta: a questo punto rischio di riuscire a salire, poi chiamare la Rega per farmi riportare a casa. Lasciamo stare, ci giriamo, e rientriamo in capanna.

Alle 9:10 siamo seduti con Ornella ed Emilio davanti ad un bel caffé e fetta di torta. Che si fa? Ornella ci propone di raggiungere il pizzo Coroi, un tre orette. Emilio traccia il percorso sulla cartina, e ci avventuriamo. Passiamo l'alpe Motterascio, scendiamo nella piana per attraversarla, terreno da torbiera, si sprofonda. Poi su dritti come fusi verso la bochetta di Larciolo. Dopo la bocchetta il disegno fatto da Emilio non coincide molto con quello che vediamo. Troviamo un sentiero da capre, lo seguiamo, ci fa salire ma non sembra portarci a destinazione. Alle 11:45 decidiamo di fare dietro-front, siamo ancora ben distanti dalla nostra meta. C'è ancora la discesa fino al Garzott, e continuando così arriviamo al Coroi fra due o tre giorni.

Alle 13:05 siamo nuovamente in capanna. Guardo dentro di me, non trovo né dispiacere, né sconforto, né avvilimento per non essere riuscito ad arrivare su nessuna delle due cime. Giornata splendida, paesaggi incantevoli, le gambe felici, profumi e silenzio, rane e gracchi, sono ampiamente soddisfatto. Così mi spappo polenta e formaggio dell'alpe invecchiato 14 mesi come premio, e mi metto in fase post-prandiale digestiva con la coscienza assolutamente a posto.

Ma c'è ancora la discesa... Alle 15:20, quando finalmente lo choc digestivo si è riassorbito, partiamo. Salutiamo Ornella, Emilio e la capanna, arrivederci all'anno prossimo. Discesa senza storia né gloria, fino al ponte metallico, dal quale parte anche il sentiero che sale all'alpe Larciolo. Poi nella pineta costeggiando il Luzzone, bassissimo, fino al Garzott.

Descrizione completa dell'escursione con foto e testo.