Il "Sentiero degli Stambecchi"

Ritratto di UpTheHill
UpTheHill
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Data rilievo: 
3/09/2011
Quota di partenza: 
2 012 m
Quota di arrivo: 
1 573 m
Dislivello: 
1 300 m
Lunghezza*: 
13.00 km
Tempo di salita o complessivo*: 
2h30'
Tempo di discesa: 
4h00'

L'avevo fatto l'anno scorso con Andreas, mi aveva fatto piangere di commozione. Ma Rita non aveva potuto venire. Così chiedo ad Andreas se è disposto ad accompagnarci nuovamente: risposta affermativa. Al gruppo si unisce anche Pietro, anche lui, come Rita, alla prima esperienza su di un percorso di questo tipo.

Partiamo alle 8:40 da Pian Geirett, unici che salgono verso l'Uffiern invece che la Scaletta. Vampate di nebbia si alzano ed iniziano a nascondere le cime delle montagne.

La salita fino al passo Uffiern è senza problemi di rilievo. Nella parte alta è tutto sfasciume, ma la via è marcata benissimo. La nebbia, però, si infittisce sempre più. Guardo Andreas, che continua serafico: se lui dice che è tutto a posto, è tutto a posto.

Verso le 11:00 arriviamo al passo, non senza due belle soste lungo il percorso (Andreas è una guida splendida, ha un passo da ammazzare tutti, ma quando vai con lui non ti fa morire, e ti fa gustare ogni momento dell'escursione). Attacchiamo la salita verso la cresta del Sasso Lanzone in una marea di nebbia che si alza e si abbassa a ritmo forsennato. Vedi uno scorcio, e non fai neanche in tempo a scattare la foto che è già scomparso.

Arrivati alla cresta (somiglia alla schiena di uno stegosauro), guardo Andreas con la macchina fotografica in mano. L'anno scorso me l'aveva fatta mettere via. Quest'anno mi sorride, scuote la testa: posso tenerla. Sono tutto orgoglioso, vuol ben dire che in questo anno qualcosa ho migliorato :-)

Percorriamo la cresta con l'aiuto della nebbia, che non ci fa vedere lo strapiombo di 1500 metri a sinistra, e quello minore di 300 a destra. Esiste solo la cima, ed il percorso. Tengo botta, non vado mai in apnea né iperventilazione. Dopo solo 25 minuti (l'anno scorso avevo impiegato 45 minuti per lo stesso tratto) arriviamo alla picolissima sella che segna la fine del Sasso Lanzone e l'inizio della Cima di Garina. Qui il sentiero piega a sinistra, e tramite una serie di cordine ci fa scendere di diverse decine di metri in pochissimi minuti. Firma sul libro di vetta, poi giù, sotto l'occhio attento di Andreas. Rita e Pietro hanno stabilito il loro nuovo record di quota massima: Q2826.

Iniziamo la cirumnavigazione della Cima di Garina, non senza fermarci per il pic-nic alle 13:00. La nebbia, accortasi che non è più necessaria, ha iniziato a dissolversi, e ci permette di gustare lo splendido panorama tutt'attorno, compresa la bella discesa a picco fino a Ghirone.

Passato l'iultimo poggio vediamo finalmente il lago Retico, splendido e cangevole. Scendiamo quasi saltellando lungo il canalone, e ci fermiamo a gustarcelo sulle sue rive, oltre a dare sollievo ai piedi.

Poi giù di nuovo, questa volta lungo i prati pascolati che portano alla Bovarina. Ultimo tratto nel bosco di larici, poi alle 16:25 gambe sotto il tavolo, caffé e gelato, il mio premio partita. Un bel "batti 5" per tutti quanti, ce lo siamo meritati.

Ripartiamo alle 16:55, dato che sul tratto "Ronco di Gualdo - Campo Blenio" sono il più veloce, ci siamo messi d'accordo che scendo io a prendere l'auto, e recupero i miei compagni. Alle 17:15 sono a Ronco (spero che le gambe non faranno male per tre giorni), e mentre inizio la discesa passa un auto. Butto alle ortiche il mio amor proprio, e faccio autostop. Mi accompagnano fino a Campo Blenio, telefono ad Andreas, li informo che in un quarto d'ora sarò da loro.

Recuperati i compagni, scendiamo ad Olivone, e in terrazza ce la contiamo su, con birretta e caffé (e si, sono astemio), le impressioni della giornata, il condividere le emozioni dei momenti di silenzio.

Percorso splendido, da rifare l'anno prossimo, magari con il cielo azzurro.

Descrizione completa dell'escursione con foto e testo.