La "Strada Bassa" della Leventina, parte 1

Ritratto di UpTheHill
UpTheHill
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Data rilievo: 
6/02/2011
Quota di partenza: 
1 141 m
Quota di arrivo: 
711 m
Dislivello: 
1 420 m
Lunghezza*: 
26.50 km

Voglia di tarellare, neve poca, decido di provare la "Strada Bassa" della Leventina. Obiettivo: arrivare almeno fino a Biasca. Pianifico tutto bene, ottimizzo il percorso per minimizzare i dislivelli e massimizzare i tratti fuori asfalto.

Parto alle 7:20 da Airolo, Eos ha mosso i primi passi. Appena uscito dal sottopassaggio della stazione mi ritrovo su di una forestale ghiacciata a specchio. Camminata lenta, si scivola che è un piacere. Poco oltre risalgo sulla cantonale, percorro il primo pezzo delle gole dello Stalvedro, per scendere subito verso il fiume. Qui di nuovo ghiaccio, di quello da campionati mondiali di pattinaggio. Dopo un ponticello, la situazione si fa critica: sentiero T2, splendido in estate, ma largo poche decine di centimetri, e tirato a specchio. A sinistra, scarpata di diversi metri. Niente punti di appoggio... Lavoro di sedere, di mani, i piedi partono per i fatti loro...

Arrivo all'inizio della piana di Ambri (circa 4 Km) impiegando quasi un'ora e mezza, invece dei 45 minuti che avevo preventivato. E quello che è peggio, le gambe mandano già brutti segnali.

Percorro tutta la piana tenendomi sotto costa, arrivo al Dazio Grande alle 9:45. Prevista pausa caffé e visita, il Dazio Grande è chiuso. Poco male, tirerò fino a Mairengo per il caffé. Discesa nelle gole del Piottino, volevo percorrere la vecchia strada romana, ma è coperta di ghiaccio anche lei, preferisco evitare. Poco dopo il primo salto, rientro su forestale per passare il Ponte delle Vicinanze, e continuare poi in salita verso Mairengo, dove arrivo alle 11:20. Nella zona del ponte ho fatto una pausetta mandarino-frutta secca-cioccolata, è un po' presto per la minestra che avevo messo in lista.

Nel frattempo la temperatura è salita a livelli spaventosi per questo periodo, e mi decipollo togliendo felpa e canottiera (mica un bello spettacolo, a dire il vero).

Scendo a Faido, gli unici due ristoranti aperti sono troppo "chiccosi" per il mio abigliamento. Lascio stare la minestra, e parto direzione Lavorgo scendendo al fiume. Di nuovo ghiaccio, fin dopo la curva a destra all'altezza di Chiggionia. Le gambe ormai sono legnose, pago dazio (non quello grande) per il pezzo tra Airolo e Ambrì.

Lungo la piana seconda sosta per rifornire il serbatoio, poi riparto. Arrivato a Nivo decido di lasciare stare: volevo continuare salendo a Chironico, poi restando a mezza costa sul Q900 continuare nel bosco fino a Personico, per arrivare a Biasca. Le gambe mi informano che non se ne parla, e temo che a quell'altezza ci sia ghiaccio come nel primo tratto.

Alle 13:20 sono a Lavorgo, alle 13:30 passa il postale per Bellinzona: niente caffé neanche qui :-(

Da ritentare in tempi migliori, dovrebbe essere fattibile in circa 8.5 ore...

Descrizione completa dell'escursione con mappa, foto e testo.