Terraferma

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Ritratto di maurizio
maurizio


Autore: 

Marco Albino Ferrari

Collana: 

Exploits

Anno di pubblicazione: 

2008

Lingua: 

Italiano

N° Pagine: 

288

Prezzo: 

16.50€

Chi ha avuto occasione di leggere il volume “Polvere+nelle+scarpe”, recensito proprio da Inalto, non può mancare di leggere anche questo libro, dato che il teatro della vicenda è quasi il medesimo: la Patagonia per il primo, l’estremo sud della Terra del Fuoco per il secondo. Ma a parte questo stimolo geografico, tra i due lavori non vi sono altri punti in comune, quindi via libera per tutti, purché amanti delle vicende storiche e della natura nella sua massima espressione di potenza.

Marco Albino Ferrari ha compiuto un viaggio in Terra del Fuoco per seguire le orme dei primi missionari anglicani che hanno tentato l’approccio con le popolazioni native, i cosiddetti Yaghan, popolo di fatto estinto, dato che conta solo più due anziane donne (e forse ormai nemmeno più quelle). La vicenda ripercorre in maniera romanzata la vita e le opere di due personaggi fondamentali: il primo è il reverendo George Packenham Despard, uomo retto e sensibile, ma sempre in bilico tra la vecchia maniera di concepire l’opera missionaria (leggi ad esempio l’imposizione di nuovi usi e costumi) e la lungimiranza concretizzata nel tentativo di creare un nucleo di contatto, mediazione indispensabile prima di dare il via alla vera e propria opera di missione. Il secondo è il figlio adottivo del reverendo Despard, anch’egli prete anglicano, Thomas Bridge, che riuscirà a stabilire un certo rapporto di fiducia tra lui ed un gruppo di nativi, grazie allo studio sistematico della lingua yaghan e di conseguenza dell’universo intellettuale di questo popolo, fino ad allora totalmente ignorato se non addirittura negato.
Sullo sfondo la natura spietata in una fetta di mondo lontana da tutto e da tutti: scogliere ed isole frustate incessantemente da venti impetuosi, gelo e tenebre invernali, oceano perennemente turbolento quando non tempestoso... Poi quell’isolamento così terribile: una lettera per Londra, e la relativa risposta, alla metà del XIX secolo impiegavano circa un anno a compiere quell’incredibile viaggio. Infine lo spietato alternarsi di illusioni e delusioni, pagate a caro prezzo, come si addice ad un luogo estremo, fino alla beffa finale che i protagonisti di allora ignoreranno: lo sterminio di quel popolo che essi volevano “salvare” ad opera delle malattie portate dall’uomo bianco, per le quali i fuegini non avevano anticorpi.
Ferrari ha ripercorso tutto ciò sui documenti del tempo: dalla British Library di Londra, dove giace il manoscritto del dizionario yaghan-inglese di Thomas Bridge, opera alle cui vicende è dedicato un ampio spazio, fino alla sezione documentazione del Museo Fin del Mundo di Ushuaia. Ma l’autore non rinuncia a trasmetterci le sensazioni colte in prima persona in una terra che apparentemente è cambiata solo per la nascita di qualche agglomerato di case disperso fra migliaia di isole. Invece l’uomo ha fatto molto di più e di peggio: ha tracciato dei confini che separano le baie e tagliano le onde; ha piazzato delle quantità imprecisate di mine sulle spiagge e nelle torbiere ed ora probabilmente nessuno sa più dove esse siano; ha costruito avamposti militari ora divorati dal gelo e dalla salsedine.
Chissà, forse nella loro follia bellica momentanea, cileni ed argentini sono riusciti nell’impresa di garantire futura integrità a quanto il consumismo ed il turismo di massa non erano ancora riusciti a prendere di mira!