Lago di Cingino

Ritratto di giancarloberetta
giancarloberetta
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Data rilievo: 
12/06/2011
Quota di partenza: 
1 091 m
Quota di arrivo: 
2 339 m
Dislivello: 
1 438 m
Lunghezza*: 
23.82 km

Escursione ad anello molto lunga (circa 24 km di sviluppo) senza difficoltà tecniche ma da affrontare se ben allenati ed abituati a camminare su tutti i tipi di terreno; il percorso si snoda tra le belle vallate dell'alta Valle Antrona passando per i tre grandi laghi artificiali di Campliccioli, Cinghino e Camposecco con un suggestivo ed inusuale tratto (circa 30 min) da effettuare in una galleria, non tanto alta, delle condotte forzate per cui, pur essendoci un po' di illuminazione, è meglio dotarsi di una pila e soprattutto non soffrire di claustrofobia. Sul muro di sbarramento della diga di Cingino si può vedere uno spettacolo forse unico nel suo genere e cioè gli stambecchi che si arrampicano su di esso sfidando le leggi di gravità per leccare il salnitro delle pietre che lo ricoprono ( a detta del guardiano si trovano tutti i giorni).

Descrizione

Dal posteggio ci si incammina verso il cartello di divieto di transito per imboccare alla destra la mulattiera che parte, indicata dalle paline, in prossimità di un pannello in legno del Lago di Antrona; lo si costeggia per qualche centinaio di metri per deviare a sinistra, appena dopo un tavolo in legno, sul sentiero segnalato da bolli bianco/rossi sui sassi. Poco sopra si passa per l'alpe Piana (1241 m) e si continua sino ad incrociare la strada asfaltata che si percorre per un paio di tornanti deviando poi sulla destra su una larga mulattiera che va a riprendere la strada poco prima di giungere al piazzale antistante la diga del Lago di Campliccioli (1358 m). Qui, sulla sinistra, ci sono le paline indicative dell'itinerario che sale per un breve tratto su una strada deviando quasi subito sulla destra per continuare sul percorso dei vecchi binari di servizio per la diga sino a dove terminano e proseguire su un buon sentiero che si addentra in un bel bosco incontrando un bivio (1373 m) dove si scende verso un ponticello col quale ci portiamo sul versante opposto. Da qui il tracciato continua verso il fondo della valle con qualche saliscendi, e comunque senza guadagnare troppa quota, passando dapprima dall'alpe Casaravera (1489 m), che si supera sulla destra, e poi dai ruderi dell'alpe Lombraoro (1635m); arrivati quasi alla testata del vallone si trova un bivio segnalato da paline (1652 m) al quale si svolta a destra iniziando una ripida salita nel fitto bosco di sempreverdi passando accanto ad una croce lignea (1740 m) e subito dopo, in terreno più aperto, dai ruderi dell'alpe Saler (1904 m). Il sentiero continua su una dorsale erbosa per tagliare in seguito verso sinistra e, con qualche passaggio esposto, attraversare un canalone e giungere alla panoramica alpe Cingino (2054 m) dalla quale si sale ancora ripidamente sino ad arrivare ad una piatta dorsale di erba e pietre che si trova poco al di sotto il bivacco di Cingino (2272 m); seguendo per pochi minuti il sentiero si arriva alle paline situate a pochi metri dal lago Cingino sulla cui diga di sbarramento si vede l'insolito e suggestivo spettacolo degli stambecchi in posizione che leccano il salnitro. Ora si deve attraversare la diga e, giunti dalla parte opposta, si passa accanto ad una baita diroccata scendendo dapprima su sentiero e poi con una scala di pietre sino al camminamento sottostante proseguendo a sinistra dove si giunge ad una piccola costruzione con il segnavia sul muro; per continuare l'escursione bisogna aprire la porta metallica, all'interno della quale vi è l'interruttore per l'illuminazione (questo è temporizzato sulla durata di un'ora), e seguire la condotta forzata nella galleria scavata nella roccia per un tempo di circa mezz'ora camminando a tratti su passerelle che permettono di evitare alcune pozzanghere. Giunti alla fine della galleria si esce nella valle di fianco e si scende sul camminamento sottostante percorrendolo interamente sino alle rotaie dei carrelli di carico, ormai in disuso, della diga che si risalgono con tratti molto ripidi; Giunti alla sommità si arriva accanto alla casa del custode poco sopra la quale, sulla sinistra, si trova il bivacco in lamiera di Camposecco da cui si ha una bella visuale del lago omonimo (2339 m). Scesi alla casa del custode ci si abbassa sino a raggiungere la baita sottostante dove, indicata con una freccia gialla, si trova l'inizio dell'itinerario di discesa; si passa poco sotto un rudere e poi, seguendo gli ometti di pietre, si attraversano un paio di pietraie in corrispondenza di altrettanti impluvi per scendere ripidamente da un'alta costola erbosa ed arrivare all'alpe Scarone (2029 m). Da questa si continua la discesa di fianco ad un'alta bastionata rocciosa raggiungendo il pianoro sottostante e dirigendosi verso il torrente Banella lo si guada nel suo punto migliore; si continua in leggera discesa sui prati puntando ad un intaglio dal quale, su terreno un po' accidentato e a tratti ripido, si costeggia dall'alto il torrente e si arriva alla panoramica alpe Cravarossa (1676 m); continuando si passa accanto ad un rudere (1480 m), da cui si ha un bel panorama del lago di Campliccioli, e poi si perde quota velocemente arrivando in breve sulle sponde del lago incrociando il sentiero che lo costeggia (1376 m). Si svolta a sinistra e si passa davanti ad una costruzione per giungere subito al muro di sbarramento che si percorre attraversando il bacino ed arrivando al piazzale di arrivo della strada di servizio si chiude così l'anello; ora in breve, per il sentiero dell'andata, si raggiungono le sponde del lago di Antrona ed in breve al posteggio. Naturalmente questa escursione può essere effettuata anche in senso opposto a quello descritto.

 

Introduzione

Descrizione

Informazioni generali

Via:
Segnavia: -
Tipologia percorso: circolare
Periodo consigliato:
Pericolo Oggettivo:
Esposizione al sole:
Tratti esposti:

Riferimenti bibliografici

Accesso stradale

Galleria fotografica

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