Torre Daniele

Ritratto di maria grazia s
maria grazia s
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Quota di partenza: 
261 m
Quota di arrivo: 
279 m
Dislivello: 
202 m

Introduzione

Questo giro è stato finora una delle mete della giornata di primavera del FAI; si cammina lungo belle mulattiere tra i vigneti da Montestrutto a Torre Daniele passando dalla Pieve di San Lorenzo e da Cesnola, con un occhio al paesaggio e uno alla storia.

FAcciamo un paio di premesse: la morfologia del terreno ha reso qui necessaria per il controllo del territorio la costruzione di più di un castello, quindi troviamo ravvicinati quelli di Montestrutto, Settimo Vittone e Cesnola; la sovrapopolazione del XVIII e XIX secolo ha imposto lo sfruttamento agricolo dei pendii esposti al sole fino a quota elevata, e la costruzione di terrazzamenti che probabilmente fu una sistemazione di opere più antiche. Il panorama lungo il percorso è spettacolare: si cammina lungo i terrazzamenti coltivati a vigneto, con le vigne sostenute dai "tupiun", colonnine in pietra e malta caratteristiche di questa zona. Parte dei terrazzi ospita secolari piante di olivo, inclusa la Pieve di San Lorenzo. Questo complesso è uno dei più importanti esempi di architettura pre romanica in Piemonte, e risale all'età carolingia, intorno alla metà del IX secolo. Una lapide sopra il battistero indica la sepoltura nell'889 di Ansgarda sorella di Anscario, capostipite dei marchesi di Ivrea, ai quali si attribuisce la costruzione del castello e degli edifici religiosi. Nel 1232 la pieve è menzionata "in castro Septimi", dentro le mura del castello di Settimo. Nel cortile c'è un sarcofago, ritenuto essere quello di Ansgarda, e il coperchio di un altro, probabilmente quello del fratello. Durante i lavori di restauro non sono state ritrovate altre inumazioni, quindi probabilmente l'essere sepolti nel complesso costituiva un privilegio di pochi; non sono state neppure rinvenuti reperti di epoca romana, per cui probabilmente i materiali romani utlizzati nella costruzione provengono da edifici lungo la via delle Gallie situati tra Eporedia e Augusta Praetoria (Ivrea ed Aosta). Nel complesso c'è il Battistero di San Giovanni che è un edificio a pianta ottagonale; il suo aspetto attuale è frutto di diversi rifacimenti; originariamente era un edificio isolato, con muratura costituita da ciottoli e gneiss locali legati con malta di calce; le finestre archivoltate risalgono all'XI secolo. La Pieve di San Lorenzo è a croce latina, con una sola navata coperta da una volta a botte; fu collegata al battistero da un corridoio; ospita una bellissima serie di affreschi, scoperti e restaurati di recente, databili dal periodo romanico al quattrocento. Tra i più antichi, San Michele Arcangelo che pesa le anime (XIII secolo), una Adorazione dei Magi, un miracolo di San Nicola, un San Cristoforo gigantesco con la palma fiorita di datteri. Nel Trecento sono state identificate tre campagne di affreschi, mentre altri, tra cui l'Ultima Cena, risalgono ai primi anni del '400. Questa non è la sede per entrare nel dettaglio degli affeschi, ma per chi fosse interessato, il FAI pubblica tutti gli anni, in concomitanza con la giornata di primavera, un opuscoletto molto dettagliato, da cui sono state tratte queste note.

Descrizione

Lasciata l'auto a Montestrutto (282 m) (se non è giornata FAI, anche in uno dei parcheggi sulla strada, vicino alla curva), ci si inoltra tra le case della frazione e si passa di fianco al lavatoio, alimentato da una roggia (rusa), con una bella vasca in pietra; si sale verso la chiesina di San Giacomo e il castello lungo una mulattiera a sinistra della quale, all'inizio, troviamo la "fontana dle sape", un piccolo incavo ricavato nella roccia, che serviva da abbeveratoio, ma anche per metterci a bagno il manico delle zappe per gonfiarlo prima di incominciare i lavori nei campi, in modo che il manico "fissasse" l'attrezzo in ferro. L'attuale castello di Montestrutto ha preso il posto di una fortificazione più antica. Salendo incontriamo il vecchio cimitero, in uso fino al 1902, olivi secolari, e la chiesetta, che merita una visita e meriterebbe di più un restauro adeguato; gli antichissimi affreschi sono mal ridotti... Dalla chiesa torniamo al bivio sottostante e proseguiamo a sinistra. La roggia che fiancheggia la pedonale è pavimentata con ciottoli e schegge di pietra, per evitare che lo scorrere dell'acqua la danneggiasse, e in un tratto ripido del percorso si nota la pista in salita e in discesa per le slitte. Si passa vicino ad un gruppo di abitazioni diroccate, probabilmente distrutte da una frana, con belle volte, tra cui un'abitazione con data 1715, e si nota contro una roccia una "balma" appoggiata ad un pietrone, usata ancora oggi per il ricovero delle bestie. Si entra in una valletta il cui fondo è stato colmato e drenato; qui tutto è opera dell'uomo, che ha fatto fatiche immani per convertire all'agricoltura anche il più piccolo appezzamento. Intorno a noi terrazzamenti continui, coltivati a vite grazie al calore rilasciato dalle pietre circostanti; il sentiero sale alla Pieve di San Lorenzo, costruita sulle rocce levigate dai ghiacciai. La Pieve ci accoglie con le sue finestre in cotto ed i suoi monumenti; dopo la visita, uscire, attraversare la strada e riprendere il sentiero oltre il sagrato della Chiesa della Madonna delle Grazie (fin qui, un'ora e trenta senza contare il tempo per la visita alla Pieve). Alla chiesa sale dal basso una mulattiera con le stazioni della via Crucis; si gira in senso orario dietro l'edifico, ci si porta sulla strada asfaltata che va a Cornaley, e poi si devia a sinistra, per la via Munt dla Peia. Il percorso fiancheggia un muretto a secco costruito di fianco ad un roccione, e poi sfocia su ampi terrazzamenti, dai quali si vede Cesnola, immersa nei vigneti, in una splendida conca, e sopra la frazione i ruderi del castello. Scendiamo a Cesnola, e nella giornata del FAI è possibile visitare un bellissimo tornio, proprietà privata; da questo punto in poi, per una parte, l'itinerario ricalca quello dell'anello di Cesnola; si passa davanti alla fontana in pietra del 1850, si gira a sinistra, sotto l'arco di fianco alla chiesa, poi a destra, e ancora a sinistra sotto il lavatoio; notevoli i tupiun, sui terrazzamenti raggiungibili con scale di pietra; ricavato nello spessore del muro si nota un abbeveratoio. La mulattiera sale dietro al castello, i cui ruderi sono raggiungibili con un piccolo sentiero dopo alcune baite ristrutturate; non avvcinarsi troppo alle mura pericolanti...; le vallette a destra salendo, sono state colmate di terra per essere coltivate, ma predisponendo tutta una serie di canalizzazioni per drenare il terreno. La pedonale in questo tratto è bellissima. Prendendo quota il panorama si allarga: dietro di noi tra gli alberi svettano i merli del castello dei de Palma di Cesnola, mentre in basso sbuca Torre Daniele, ai piedi di un'altra conca. Le opere realizzate in quest'area sono ciclopiche: i muraglioni a secco sostengono i terrazzi, nello spessore dei muri sono state ricavate delle nicchie; si passa sotto due monoliti che permettono di raggiungere le vigne; su di una pietra è scolpita la data 1837. Si raggiunge un forno per la calce datato 1849, a destra, e poi si arriva in località Vigne; sempre a destra c'è un grosso roccione con un bordo rialzato in calce realizzato per convogliare l'acqua che scorreva sulla superficie e far sì che si raccogliesse in una conchetta, dove un apposito tubicino la dirottava in un recipiente. Nulla andava perduto... A destra ed a sinistra si possono vedere due balmetti, ripostigli realizzati sotto gli enormi pietroni per la conservazione delle derrate, cantine e magazzino. Le case sono in pietra, molto belle, e i muraglioni qui sono stati realizzati anche con pietre tonde, perché ricavate dal torrente vicino, anche se più difficili da usare per le costruzioni. A questo punto abbandoniamo la mulattiera per Chiaverina e Trovinasse (siamo a circa 500 metri di quota), e imbocchiamo quella che scende verso Torre Daniele; in questo tratto, notevole una casa con arcate canavesane, un tupiun sul tetto di lose di un'altra, la chiesina di Pissa Polla in fase di restauro. Scendiamo lungo i terrazzamenti, di fianco ai tupiun, sotto i pergolati, a picco sul fondovalle, in primavera tra mimose fiorite e tulipani. Incontriamo un'altra casa canavesana ad archi, forse la più bella della zona, e divalliamo velocemente, da un terrazzo all'altro, sotto una pergola continua di viti, in mezzo ai muraglioni. Eccoci in breve a Torre Daniele, con la chiesa e l'alto campanile, e le sue antiche case, il cui nome pare abbia avuto origine nel V secolo da un convento benedettino il cui fondatore si sarebbe chiamato Daniele. La chiesa attuale risale alla metà dell'ottocento, ma pare che il complesso abbia appunto origini antichissime, e fosse importante per l'intera vallata, al punto che nel suo cimitero accoglieva anche i morti della valle di Gressoney. Nella giornata del FAI un pullmino riporta al parcheggio dell'auto (2 ore dalla Pieve di San Lorenzo, 3h30' in totale).
Galleria fotografica
Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli
Chiesa di San Giacomo e Castello di Montestrutto Inizio della mulattiera Tupiun e scale Zona franata Valletta
Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli
Pieve San Lorenzo La bella conca di Cesnola Vigneti intorno a Cesnola Come raccogliere l'acqua piovana Muraglioni di sostegno
Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Da Montestrutto a Torre Daniele - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli
Un mondo fatto a scale Fino all'ultimo centimetro... Un mondo di pietra Delicate architetture canavesane Torre Daniele

Bibliografia:

* Opuscoli giornata del FAI di Primavera

Cartografia:

* Dora Baltea Canavesana, Valchiusella, Valle Sacra - Carta dei sentieri 1:25000 - Escursionista & Monti editori, 2007
* Istituto Geografico Centrale (IGC) 1:50000 - numero 9 Ivrea Biella Bassa Valle d'Aosta