Punta Valnera

Ritratto di giancarloberetta
giancarloberetta
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Difficoltà: 
WT3
Quota di partenza: 
1 815 m
Quota di arrivo: 
2 751 m
Dislivello: 
936 m
Tempo di salita o complessivo*: 
3h30'
Tempo di discesa: 
2h45'

Introduzione

Giro lungo ma appagante che mostra scorci sempre vari della val d'Ayas da effettuarsi con neve ben assestata nella parte alta del percorso.

Descrizione

Dal parcheggio ci si incammina verso nord-est per attraversare, in leggera salita, un paio di volte la pista di fondo in direzione dell'evidente Mont Bieteron e dopo aver oltrepassato alcuni radi alberi si incontra una traccia della strada interpoderale. Si gira a sinistra seguendola per qualche centinaio di metri sino a raggiungere un bivio con un sentiero che svolta decisamente a destra (una pietra con segnavia 6A e un'altra con l'indicazione Estoul). Il sentiero sale, tra grossi larici, all'inizio con lieve inclinazione poi la pendenza si accentua e con alcune svolte supera un gradino del Vallone del Rio Ch'amen raggiungendo una conca. La salita in un valloncello precede l'attraversamento del torrente e continua attraversando, con qualche saliscendi, pendii innevati fino ad una quota di circa 2.300 m dove piega a sinistra e, con un semicerchio, si riprende a salire verso nord-est fino al ripiano dei laghi di Estoul. Si prosegue cercando di contornare sulla destra le sagome dei due laghi superati i quali si sale un pendio in direzione del colletto, spesso battuto da forte vento, a sud della punta Valnera che diviene sempre più inclinato (la parte terminale è ripida e quindi valutare bene, a seconda delle condizioni, il miglior percorso di salita). Raggiunto il colletto si sale a destra, seguendo la cresta nevosa e le tracce di sentiero su detriti eventualmente scoperte, ed in pochi minuti si giunge alla vetta: da questa il panorama spazia dall'intero gruppo del Rosa, del Combin e del lontano Bianco, alle cime della Val d'Ayas e a quelle della media e bassa Val d'Aosta.
Per il ritorno si raggiunge ancora il colletto e si scende a destra, qualche metro un po' ripido, verso il ben visibile rifugio Arp dapprima passando una serie di saliscendi sotto al colletto stesso e poi, stando sulla destra (si possono vedere alcuni alti ometti in pietra), si passa sotto il versante meridionale della punta Valfredda. Proseguendo fin sotto la verticale della sua punta si dovrebbe scorgere su di un grosso masso un evidente segnavia giallo col numero 105 e un bollo verde chiaro; da qui, senza scendere ulteriormente verso invitanti pendii (sotto c'è un tratto molto ripido con al termine lo strapiombo sulla strada!), si prosegue ancora diritto per un breve tratto e si effettua quindi un traverso, abbastanza ripido, in leggera discesa di una cinquantina di metri per raggiungere un altro grosso masso con un altro evidente segnavia giallo già visibile dall'inizio del traverso stesso (bisogna cercare di individuarlo perché è un punto obbligato di passaggio). Ora si prosegue ancora per poco in direzione del rifugio arrivando a trovare un breve canalino di qualche metro che scende sulla destra (anche questo è un passaggio obbligato) si costeggia un contrafforte roccioso e, dopo un breve traverso anche questo abbastanza ripido, al suo termine si giunge al pianoro dove è situato il rifugio. Da questo si oltrepassa il torrente che scende dal lago Valfredda, si raggiunge il vicino alpeggio e seguendo le numerose tracce solitamente presenti si raggiungono le piste da sci; attraversatele ci si immette sulla sterrata dell'andata e si giunge nuovamente al parcheggio.

Si sconsiglia la gita in caso di scarsa visibilità o nebbia per la difficoltà di individuare da lontano i punti obbligati dove passare.

Informazioni generali

Via:
Segnavia:
Tipologia percorso:
Periodo consigliato:
Esposizione al sole:
Pericolo Oggettivo:
Tratti esposti:
Attrezzatura utile:
Acqua:

Riferimenti bibliografici

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Accesso stradale

Galleria fotografica

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