San Fedelino

Ritratto di Cai56
Cai56
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Quota di partenza: 
202 m
Quota di arrivo: 
470 m
Dislivello: 
800 m
Tempo di salita o complessivo*: 
2h00'
Tempo di discesa: 
2h00'

Introduzione

Percorso panoramico molto frequentato che, ricalcando l'antico tragitto medievale della Strada Regina, costeggia le bellissime paludi della "Riserva Naturale del Lago di Mezzola e dei Piani di Spagna". La meta è un antichissimo (XI-XII sec.) oratorio romanico che ospita pregevoli affreschi: fra le più antiche testimonianze del suo genere in tutte le Alpi. Molto interessante, soprattutto in inverno, l'avifauna stanziale e di passo. Da non perdere, verso sera, i voli dei cigni nidificanti.

Descrizione

Dal parcheggio si torna ad attraversare il ponte 204 m e subito, sulla destra, si imbocca la strada per la frazione Albònico (Via Palate); al primo tornante la si abbandona per inserirsi, presso case ristrutturate, su una traccia che sale a raggiungere una carrareccia piana. Si prosegue a destra con lievi saliscendi fra terrazzamenti coltivati o abbandonati a recente bosco ceduo. Oltrepassate le pittoresche baite di Loco Fontana 262 m, una blanda discesa conduce a un tornante della strada superiore di Dascio; si prosegue dritti in salita fino a ritrovare la mulattiera che, affiancate alcune baite, raggiunge il poggio roccioso del Sasso di Dascio 277 m (punto panoramico di prim'ordine). Ad un successivo bivio si mantiene la destra e si continua fino al piazzale di parcheggio delle Case Borzi 308 m. Il sentiero - nascosto - si reperisce sul fondo dello slargo, a destra, e subito scende ripidamente al ponticello sul rio dell'Acqua Bianca; una seconda valletta (dell'Acqua Marcia) si attraversa a guado, trascurando una passerella pericolante. Alcuni ripidi tornantini conducono ai resti di una cava di granito e poi si prosegue fra muretti a secco e ruderi di baite nel castagneto, testimonianza di antica vitalità di queste selve. Ancora qualche tratto alterno, fra boschi e gande e piode lisciate dai ghiacciai, poi si arriva al culmine altimetrico 470 m poco sotto il dosso del Brentaletto 532 m: da qui inizia la ripida discesa a serpentine fra i castagni dell'Alpe del Teolo (solo qualche muro a secco residuo) 319 m; sulla destra, una panoramica balconata a picco sul Pozzo di Madrone (il golfo adiacente a S.Fedelino, punto di attracco per i turisti nautici). Superata una palina (trascurare la deviazione di destra, che sarà la via di ritorno), la discesa continua più attenuata e gradualmente il sentiero si porta al livello del fiume: una grandiosa scalinata (lo "Scalone") di muratura a ciottoli e calce - XIV/XV sec. - indica il punto di incontro con il sentiero proveniente dalla Valchiavenna. Si inverte la direzione di marcia e, a poche centinaia di metri verso sudest, dove la vegetazione di riva si apre in una radura a prato, si incontra il piccolo edificio di San Fedelino 200 m. Per il ritorno, conviene riportarsi alla zona dell'Alpe di Teolo tramite un ripidissimo sentierino che parte poco discosto dalla chiesetta: si trovano le indicazioni fra i massi della cava di granito (che, essendo stata la prima in quest'area, ha dato il nome alla qualità del minerale: "Sanfedelino"). Dall'Alpe si ripercorrono le tracce di andata.

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